La guerra è la sconfitta della civiltà occidentale

Intanto buona pasquetta! 🎶

Sperando in un raggio di sole ☀️ post pic nic o grigliata al coperto!

Ma leggere il Corrierone di prima mattina mi mette dell’umore di Zeus 😡 scagliatore di fulmini, nonostante il buon latte di capra che lo aveva cresciuto da bambino.

I valori della civiltà occidentale (già tramontati 100 anni con Osvald Spengler) sono sepolti a Auschwitz, a Srebrenica, a Kabul, a Kigali, a Baghdad, non c’è angolo della terra che non pianga il nostro passaggio… e la striscia di Gaza è continuazione di una criminale follia di egemonia…

Le armi e il potere hanno avuto il sopravvento sulla bellezza di Omero, Virgilio, Dante, Cervantes, Shakespeare, Goethe, Hugo, e c’erano pure Tolstoj e Dostoevskij… a nulla sono valse le parole di Aristotele, Agostino, Cicerone, Diderot, Locke, Kant…

Tutto abbiamo buttato alle ortiche dell’egoismo liberale…
Nessuna lezione possono più dare i nuovi falsi maestri del liberismo che preparano una nuova grande infinita guerra!

Per festeggiare veramente bisogna spazzare via le ombre della guerra… nella pace ☮️ potrà forse nascere una nuova civiltà globale che superi quella occidentale! 🕊

❓Réunion❓

Sin dalla sua prima manifestazione, abbiamo espresso un giudizio critico sulla Réunion Autonomiste, perché ritenevamo inopportuno che un unico soggetto politico rappresentasse destra e sinistra autonomiste.
Come se fra Meloni e Schlein, fra De Gasperi e Togliatti, fra Moro e Berlinguer, fra Willy Brandt e Helmut Koh, fra Pompidou e Mitterand, fra Thatcher e Blair, fra Zapatero e Rajoy non vi fossero divisioni politiche sostanziali, ideologiche e pratiche!

Liberalismo e socialismo, possono, anzi devono collaborare al buon governo per il bene comune; ma non possono coesistere nello stesso soggetto politico (vedi la confusione che spesso regna in alcuni esponenti del PD nazionale). Si tratta di visoni del mondo alternative e addirittura contrapposte.

Un soggetto politico Réunion non può eludere problematiche di attualità come potenziare il Servizio Sanitario pubblico o privatizzarlo progressivamente (cosa attualmente in atto); oppure sostenere socialmente le fasce deboli delle società e contrastare la povertà piuttosto che finanziare solo gli imprenditori; o schierarsi su scelte decisive come finanziare l’invio di armi o per la pace, guidare lo sviluppo in una prospettiva ambientale o sfruttare il territorio fino a degradarlo… e l’elenco delle questioni è lunghissimo.

E l’Autonomia allora?
Sicuramente ci sono temi in cui non mancano le convergenze “parallele” e vere e proprie lotte unitarie, laddove si attaccano i suoi fondamenti; ma sempre in una prospettiva dove Autonomia non è privilegio, ma esercizio di diritti universali, che riguardano l’identità linguistica e culturale, da estendere ad altri territori, e che mirano a una miglior amministrazione, perché più “prossima” ai cittadini, in grado di coniugare a livello locale norme della lontana Europa.

E non mancano le divergenze: come sul federalismo differenziato che non si fonda su valori universali ma su benefici per pochi, in spregio di una visione solidale e egualitaria che può esserne parte costitutiva.

Insomma ben venga la chiarezza nel mondo politico Autonomista e La Réunion dell’area autonomista liberale di destra, purché non sia solo un modo per mandare avanti il vecchio sistema “clientelare”: ma destra e sinistra continuano a orientare le principali scelte della società.

🌹 Noi di Area Democratica Gauche Autonomiste scegliamo di stare dalla parte dello schieramento di sinistra che si contrappone senza infingimenti alla destra!

Negoziare la pace non è mai una resa❗️

🌹 Grandissimo papa Francesco!

Negoziare la pace non è mai una resa❗️

Scolpiamo questo sublime pensiero sul duro granito, riempiamo di murales e graffiti le grigie mura delle città!

Il Papa:
La guerra è sempre una pazzia, sostenuta dall’avidità della «fabbrica delle armi».

Quella di Gaza è una guerra tra due irresponsabili.

Agli ucraini rivolge un appello: dopo la sconfitta serve il coraggio di negoziare per non portare il Paese al suicidio!

E poi precisa: negoziare non è mai una resa, anzi è una parola coraggiosa!

Da Gian Guido Vecchi: fonte il Corriere della sera.

Una domenica uggiosa, illuminata dalla luce della speranza ☮️

BALLIAMO? 🕺💃🏽

Chissà dove ci porterà a ballare la Giunta Testolin?
Certo le priorità sono l’Ospedale e i Servizi essenziali (dove per ora abbiamo la certezzza dell’incertezza per i prossimi 5/10 anni: insomma un disastro per la Salute).

Ma per la prevenzione delle malattie e dell’invecchiamento precoce sono fondamentali anche luoghi di aggregazione sociale. E chi si è guadagnato una pensione o un momento di svago dopo il duro lavoro ha diritto a viverlo bene, con gioia, in amicizia.

Ecco allora perché non garantire la Sala da ballo dell’Ex CRAL Cogne, CCS Cogne o Palazzo Cogne come lo chiama il Presidente Testolin?

Perché accanto allo STUDENTATO, previsto accanto alla nuova Università e ora spostato al CCS Cogne, non si prevede il mantenimento di una Sala da Ballo?

Ecco cosa dichiara ufficialmente il Presidente Testolin in risposta a un quesito posto dalle Consigliere regionali di PCP: “È troppo presto per entrare nel dettaglio, anche perché va ribadito che dando la priorità allo studentato non sono note le metrature residuali che saranno disponibili per altre destinazioni: quando le conosceremo sarà possibile avviare un giusto confronto con le associazioni e valutare le diverse possibilità avendo riguardo alla compatibilità con l’intervento prioritario (lo studentato) e approfondendo anche il titolo giuridico per accogliere le associazioni e le quantificazioni gli eventuali oneri a loro carico.»

Quindi solo la parte “residuale” va alle Associazioni?
Va bene forse per l’ANPI, ora gettata in mezzo alla strada, che si può contentare di pochi metri quadrati! Ma una Sala da Ballo non può essere lo sgabuzzino delle scope.
Si parli chiaro e si risponda con un Sì o con un NO alle domande dei cittadini!
Senza un progetto che preveda da subito anche la Sala da Ballo la musica 🎶 è finita!
E solo la Giunta Testolin può dare ai progettisti questa indicazione!

NON SI GIOCA CON LA BESTIA

Alcuni amici mi sollecitano a scrivere una replica alle volgari affermazioni su Chamoux e sulla Resistenza valdostana che è parte della Resistenza italiana tutta, formulate in un consesso pubblico da un autorevole esponente di Fratelli d’Italia.

Ho deciso di farlo a titolo personale, senza coperture delle mie responsabilità nell’ANPI e in Area Democratica-Gauche Autonomiste.

Perché?

Perché innanzitutto sono uno studioso di storia (non uno storico): uno che ha ancora voglia di imparare mentre insegna ai suoi alunni a cercare la verità.

Ecco per punti sintetici alcune considerazioni:

1. Non c’è nulla di più antistorico e falso che usare una fonte, decontestualizzandola e forzandone il senso storico: “Chanoux era fascista”, ecco la prova! Grande scoperta del signor Aloisi Domenico (già missino/socialista, da non confondere con l’amico e compagno scomparso, Giovanni)?

Tutti i professori universitari italiani (salvo 12 eroi la cui memoria deve essere venerata laicamente) giurarono fedeltà al fascismo. Erano fascisti? Alcuni sì: ma altri più realisticamente non volevano fare la fine di Navalny. E così tanti dipendenti pubblici e anche operai furono costretti all’umiliazione dell’adesione per sfamare la famiglia o evitare l’olio di ricino, le botte, l’esilio, il carcere o la morte.

Il ruolo di una delle figure principali della Resistenza valdostana e italiana, dello Chanoux, è invece attestato da così tante e molteplici fonti, di varia estrazione politica, che neppure gli Sherlock Holmes che hanno indagato le sue ultime ore di vita lo hanno mai messo in discussione. Anzi, più passa il tempo, più la forza del suo pensiero antifascista, è un punto di riferimento del pensiero politico democratico.

2. Tutta la Resistenza va riscritta è un’affermazione gravissima. Risveglia i più sordidi tentativi di revisionismo. Si vuole cancellare forse che qui in Valle d’Aosta fu arrestato e deportato Primo Levi? Vogliamo negare la tragica fine dei fratellini Jona? Camminando per Aosta faremo finta di non sapere che fine fece Alessandro Pollio Salimbeni. Persino gli stessi fascisti aprirono inchieste contro i loro stessi eccidi, come nel caso dell’assassinio di tre giovani a Charvensod. L’elenco è talmente lungo e tragico che impedisce che su simili eventi si ragioni con battute congressuali. Già in passato però abbiamo assistito ad atti vandalici per dissacrare la memoria, come nel caso della lapide monumento a Martino Dublanc a Issogne. Si sottovaluta forse che le provocazioni politiche possono scatenare gli istinti più bassi nelle masse?

3. La semplificazione del rapporto Autonomisti e Sinistra. Ridicola. I rapporti tra UV e PCI sono di natura diversa da quelli con le successive esperienze PDS, DS, PD prima del Commissariamento PD. Diverso il contesto storico; in particolare la differenza fra la politica e i partiti nella cosiddetta Prima Repubblica e l’esperienza della Seconda Repubblica. La sinistra valdostana di fatto ha contribuito, pur tra mille difficoltà, a realizzare un sistema di welfare esemplare, che oggi è messo in crisi proprio da spinte oligarchiche, liberali e neo conservatrici di destra.

4. Gli applausi. Sono la cosa che più mi ha ferito. Ho partecipato a tanti congressi. Spesso gli oratori alzano i toni ma le stupidaggini finiscono per far sbuffare le platee. In questo caso invece leggere che la sciocchezza trionfa, diventa una bandiera da sventolare. La bandiera di antivaldostanità di un intero movimento. Fa rabbrividire!

5. Infine, come avevo già denunciato, la calorosa accoglienza riservata alla Presidente Meloni e ai suoi Ministri, fuori da un quadro di rigore istituzionale, da parte della Giunta regionale deve aver allarmato gli esponenti di Fratelli d’Italia, perché la camaleontica Giunta Testolin (che ha sperperato l’alleanza con la vera sinistra) è pronta a cavalcare (con la complicità dello pseudoPD) anche il vento di destra, tenendosi in pancia anche il voto neoconservatore di destra. Le foto con il sorriso di Testolin & C. con gli esponenti nazionali della destra non sono piaciuti neppure a destra.

E la risposta non si è fatta attendere: “il fascismo” è una bestia con la quale non si può giocare e i suoi graffi feriscono nel profondo le anime libere.

🍌IL REGIME dei COLONNELLI 🍌 5a Puntata. Solidarietà o beneficenza con il mirino?

🌶 5a Puntata. La solidarietà sostituita dalla beneficenza con il mirino.

🍌 Pequeno resumen (Per chi non ha tempo da perdere): Di come, con un colpo di genio, per diffondere il benessere tra la popolazione fu introdotta la beneficenza mirata ossia l’elemosina!

🥥 San Diego de Escobar, 4 febbraio 1824

Il lettore erudito sa bene che anche le società più integerrime, rigorose e laboriose possono essere tentate da pericolose utopie della liberazione. Isla Bonita, nonostante i Colonnelli si impegnassero quotidianamente e non lesinassero doni per i loro amici, famigliari, parenti e clienti, non rimase indenne dal contagio. Dei predicatori, sfaccendati e dediti ai peggiori vizi, come il rispetto delle 8 ore di lavoro e il culto del riposo festivo, avevano diffuso l’idea che fosse giusto e a dire il vero doveroso che i più abbienti aiutassero i poveri attraverso i fondi del governo. Tutto nasceva dalla perversa idea, che un dissoluto barbone di Treviri, aveva inculcato, spacciandola per scientifica, che il capitale fosse una illecita appropriazione del lavoro altrui e che i fondi a disposizione del governo con il prelievo fiscale fossero di tutti; e di tutti la spiaggia, di tutti il mare, di tutti le montagne, di tutti l’aria: e quindi chi si arricchiva doveva pagare più tasse e quelle risorse andavano redistribuite. Pensate un po’ che follia! E che pecoroni quelli che gli andavano dietro, come fosse un nuovo Mosé. Ma chi mai avrebbe lavorato a Isla Bonita se avesse avuto il denaro per pagarsi l’amaca sulla spiaggia offrire mojito alle belle ragazze e ballare la samba tutto il giorno?

Ma si sa le utopie illudono la povera gente e finisce che ai più esaltati passi pure per la zucca di fare le rivoluzioni! C’è sempre uno Zapata nascosto in qualche remoto villaggio contadino o un Étienne Lantier che sbuca dalle viscere di una miniera.

Per fortuna i Colonnelli avevano cominciato a portare a Palazzo questi nuovi “predicatori”, degni eredi di Rasputin, più che del generoso Bolivar, e nutrendoli come maiali, facendoli ingrassare ben bene, abbeverandoli di cospicue libagioni, li tenevano lontani dai lavoratori sudati, con la schiena a pezzi nel duro lavoro dei campi sui piccoli terrazzamenti delle montagne, ignoranti delle donne sfiancate per accudire gli anziani malati, ignari dei bimbi sporchi e denutriti che imperversavano nelle strade in infinite partite di pallone anziché sedersi nei banchi delle scuole, momentaneamente chiuse da decine di anni per essere ristrutturate.

Pure il virus dell’uguaglianza aveva intorbidato le menti di tanti isolani. Capitava che invece di ubriacarsi di cachaca (bevanda a basso a prezzo) e osterello (vino di scarso pregio), se ne andassero a vedere film, concerti, mostre, lèggessero libri e, colmo del colmi, partecipassero ad assemblee di lavoratori.

Fu così che a uno dei “falsi predicatori”, che un tempo era stato un facinoroso sobillatore, fu offerta una delle più belle divise da colonnello, con tutti gli onori e i privilegi del ruolo, purché tradisse il suo passato. E manco a dirlo con la nuova divisa in dosso principiò a sostenere che auspicare l’uguaglianza era demagogia. Che aiutare tutti era rischioso e inutile, perché si davano soldi a persone che li sperperavano. Che in altre Isole i Colonnelli erano molto più ricchi di quelli di Isla Bonita e che la disuguaglianza era necessaria al buon funzionamento della società. Che era solo invidia quella che si nascondeva dietro la parola uguaglianza.

E poi ebbe il colpo di genio finale: “Basta con la solidarietà dei redditi di cittadinanza, delle indennità di disoccupazione, dei bonus per l’energia!

Era venuto il tempo della “beneficenza mirata” ossia l’elemosina!

Ci avrebbero pensato loro, i Colonnelli, ad aiutare i più deboli, i più fragili, mettendo una monetina nella loro rozze mani. Usando il mirino per lanciarla nella ciotola, di modo che non cadesse per terra e si insudiciasse nelle strade infestate di cani, gatti e cavalli e che nessuno puliva per colpa dei redditi di cittadinanza!”

E così a Isla Bonita tornò la quiete. I poveri erano contenti di mettersi in fila a chiedere l’elemosina davanti al Palazzo, spesso sin dalle prime ore dell’alba nei giorni di mercato, facendo lunghe marce a piedi perché solo i Colonnelli era permesso parcheggiare e sostare nei pressi del Palazzo. E i Colonnelli poterono sedersi tranquilli a mangiare il loro caviale e le loro ostriche senza più il fastidioso ronzio della parola “uguaglianza” nelle orecchie.

Furono anche spennati e cotti al vapore quei pappagalli che, anziché pigliarsi una sana ubriacatura per dimenticare la propria condizione, cantavano troppo e ricordavano le serate a discutere di utopia, l’isola che non c’è!

Ma su questa negare l’esistenza dell’isola degli Eguali molti continuano a nutrire dubbi e ritengono che il cammino, non sia la seconda stella a destra: ma la barra dritta a sinistra già di primo mattino!

Buona Epifania!

L’affascinante narrazione di dotti e sapienti, che si inchinano a un messaggio di amore e umiltà, sorprende tanto più oggi dove il sapere è talvolta prigioniero della sua arroganza e servo dei padroni.

Ma è anche una storia di disobbedienza al potere: Erode sarà inascoltato. Ben vengano nuovi Magi che non si piegano alle lusinghe o alle minacce dei governi ma ascoltano la voce di una libera coscienza.

80 anni fa… i fascisti fucilarono i 7 fratelli Cervi!

Io non dimentico…

🌹80 anni…
Nel “dimenticatoio” del consumismo e della propaganda narcotizzante della destra e dei media servili, UN RICORDO che fa la differenza, per definire chi siamo, che democrazia vogliamo, che futuro immaginiamo!

Il 28 dicembre del 1943 Agostino, Aldo, Antenore, Ettore, Ferdinando, Gelindo e Ovidio (i sette fratelli #Cervi), vennero fucilati insieme a Quarto Camurri nel poligono di tiro cittadino dai repubblichini fascisti.
Erano contadini, antifascisti, partigiani e uomini liberi.
Per la libertà, l’uguaglianza e la fraternità : antifascisti sempre!!!