L’Equità non è più di casa in Valle d’Aosta

Breve Sintesi dell’intervento del Consigliere Raimondo Donzel (PD) estratto dal Comunicato ufficiale del Consiglio regionale. Donzel ha detto che “le scelte fatte in questo bilancio non rispondono a un principio di giustizia sociale e di equità. A livello nazionale siamo alla resa dei conti e bisogna uscire da questa situazione attraverso un grande sforzo collettivo. La ricetta scelta non è una ricetta che tiene sufficientemente conto di come le persone concretamente affrontano questa difficile realtà. Dobbiamo parlare di persone, lavoratori, famiglie in carne ed ossa e non di numeri astratti. La crisi oggi è presente anche in Valle d’Aosta in maniera dura perché a pagare sono le persone più fragili, cosa che avviene da anni. Non è solo da oggi che i lavoratori a tempo determinato, ad esempio, della Verrès spa o dell’Amministrazione regionale, hanno perso il loro lavoro o visto ridotto il loro reddito. Un altro aspetto è quello sul presunto assistenzialismo, espressione ingenerosa se riferita all’agricoltura, ai dipendenti pubblici, ai forestali, senza che in questo bilancio ci sia un richiamo ai costi della politica: ad esempio in Lombardia sono stati aboliti vitalizio e indennità di fine mandato. Nel nostro documento contabile non è presente il senso di responsabilità. Occorreva intervenire concretamente sui costi della politica e non solo imporre i sacrifici agli altri. Nella nostra regione c’è una grave emergenza lavoro: molte persone hanno bisogno di lavoro e sono messe sotto pressione dalle affermazioni di razionalizzazione che vogliono giustificare mancate assunzioni a tempo indeterminato. C’è invece un monte di sprechi e questo è inaccettabile perché non devono essere i più deboli a pagare. Per quanto riguarda la riforma della pubblica amministrazione, sono anni che si ripete il solito ritornello. Rimane al suo interno una schiera di precari che devono poter avere una risposta. È da tre anni che chiediamo la stabilizzazione del personale precario. E non sappiamo neppure per quanto viene garantita ancora la società salva precari. Un’altra considerazione riguarda il turismo: con l’imposta di soggiorno si tassa il mondo dell’impresa turistica in un momento di estrema difficoltà. Bisogna, invece, sostenere tutte le imprese. Il tentativo di ridare ossigeno ai Comuni attraverso la tassa di soggiorno rischia di fare più danni che benefici. Ai Comuni sono stati trasferiti meno fondi a fronte di maggiori competenze che richiedono un ripensamento generale della loro organizzazione, rispettosa dei principi del federalismo. Cos’ha di speciale questa Autonomia? Se i tagli colpiscono i più deboli? Se uomini e donne, e famiglie intere sono abbandonate al loro destino? Noi non vogliamo l’Autonomia del Balivo e dei Servi della gleba. I nostri nonni, i nostri padri si sono battuti contro il fascismo per un’Autonomia vicina alle persone che garantisse a tutti doveri, diritti e pari opportunità di accesso al lavoro e allo studio e alle libertà individuali. In generale è un bilancio non equo.”

1 thoughts on “L’Equità non è più di casa in Valle d’Aosta

  1. Sull’equità sociale: tutto giusto. Non devono pagare i soliti. Non devono pagare i più deboli. Ma se, alla fine, questi pagheranno: i soliti e i più deboli, allora nessuna forza parlamentare si potrà sottrarre dalla responsabilità politica. Le dichiarazioni di volontà (di buona volontà) non saranno più sufficienti come una volta. Il PD lo avverte questo cambiamento? O è tutto come prima? Risolto attraverso dichiarazioni?

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